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Esche e bocconi avvelenati

Esche e bocconi avvelenati

Esche e bocconi avvelenati: un problema di ambiente e di salute

Il problema delle intossicazioni animali derivanti da esche e bocconi avvelenati è oramai ben conosciuto. L'uccisione di animali per mezzo dei bocconi/esche avvelenate è una barbara attività, retaggio di una ancestrale concezione di controllo del territorio; tale modalità, inoltre, non è assolutamente selettiva e determina la dispersione di pericolose sostanze tossiche nell'ambiente. Quando le esche vengono posizionate nell'ambiente urbano, il rischio si estende anche alla popolazione, rappresentata specialmente dai bambini, che - per loro natura - sono attratti da oggetti sconosciuti, con potenziale pericolo di assunzione dell'eventuale sostanza tossica contenuta.

La Prefettura di Ferrara, insieme con la Regione Emilia - Romagna, la Provincia, i Comuni del territorio, le Forze dell'Ordine, il Corpo Forestale dello Stato, l'Area di Sanità Pubblica Veterinaria dell'Azienda USL di Ferrara, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna (IZSLER), hanno istituito un tavolo tecnico dal 2009 per fronteggiare congiuntamente questo fenomeno.

Dai risultati ottenuti, il primo dato che balza all'occhio è l'incremento del numero totale di campioni di esche conferiti al Laboratorio di analisi per le successive determinazioni; tale numero - su base provinciale - è passato dai 28 del 2009, con 14 casi di riscontro analitico della sostanza tossica, ai 41 del 2010, con 21 casi di riscontro analitico della sostanza tossica. Appare evidente che la maggiore attenzione al problema ha portato ad un aumento dell'attività di controllo. Non è difficile ipotizzare che il trend sia dovuto quindi anche ad una maggiore sensibilità sia da parte delle autorità di sanità pubblica, sia dei privati cittadini.

E' interessante osservare che il reperimento delle esche è più importante nelle zone a carattere rurale che non nelle grandi città, sebbene siano numerose le esche rinvenute anche lungo strade o abitazioni private. Sovente l'episodio criminoso coinvolge diverse esche in un territorio ristretto. Chi compie il gesto criminoso infatti, si preoccupa di disseminare diverse esche e/o bocconi in un territorio di estensione piuttosto limitata; ovviamente diverse specie animali possono entrare in contatto con le esche, rimanendo intossicate. Se chi intossica cerca l'eliminazione di una particolare categoria di animali (cani da caccia, da tartufo, animali di un vicino) agisce però, "alla cieca", disseminando il terreno con diverse esche, per cui molti altri animali possono cibarsi delle esche e manifestare segni di intossicazione.

Anche in provincia di Ferrara gran parte dei ritrovamenti di esche si sono verificati nelle aree rurali. Non sono mancati i riscontri di campioni reperiti in prossimità di oasi, zone di addestramento cani e zone sottoposte a tutela ambientale (parchi, aree di rispetto, ecc.). Pur tuttavia appare difficile attribuire una correlazione diretta fra il reperimento dell'esca ed un particolare tipo di territorio, mentre si mantiene costante negli anni la distribuzione temporale dei fenomeni di avvelenamento di animali, con due picchi nei mesi di marzo ed ottobre-novembre.

Conoscere il tipo di tossico impiegato nelle esche o negli episodi di avvelenamento in generale è di fondamentale importanza sia per consentire di avere una "mappatura" dei principi attivi più utilizzati, -il che permette un controllo più capillare da parte delle Forze dell'Ordine deputate al monitoraggio di questo fenomeno ed all'identificazione degli avvelenatori- sia perché la conoscenza dei principi attivi più frequentemente utilizzati può consentire di intervenire terapeuticamente con successo sugli animali, in quei casi di intossicazione in cui è possibile sfruttare il fattore tempo. Infatti quando un animale intossicato ed ancora in vita viene soccorso da personale autorizzato esperto di intossicazioni con sintomatologia simile, il primo soccorso risulta fondamentale per la salvaguardia delle grandi funzioni organiche e la stabilizzazione dell'animale stesso.

Per questo motivo riteniamo della massima importanza che tutti i privati cittadini provvedano a fornire ogni utile informazione sui particolari del rinvenimento ed a consegnare il materiale sospetto alle Forze dell'Ordine, per debellare un fenomeno estremamente pericoloso per la fauna domestica e selvatica e potenzialmente pericoloso anche per l'uomo.

Punti di contatto: Uffici dell'Area Veterinaria dell'Azienda USL di Ferrara, avvelenamenti.animali @ ausl.fe.it e Polizie Municipali.

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